LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

martedì 21 luglio 2015

IL NUOVO ALLOGGIO SEGRETO DI ANNE: LA SUA TESTA!

Il destino ha voluto che le sorelle Frank riuscissero a resistere agli orrori di Auschwitz e a quelli di Bergen-Belsen, fin quasi alla fine della guerra. In base ai diversi racconti delle sopravvissute che affermano di averle incontrate, ho provato a raccontare quello che dev’essere stato lo sconvolgimento interiore dell’oramai sedicenne Anne Frank, a quel tempo ancora sconosciuta al mondo, che cerca a tutti i costi di sfuggire alla morte solo con la forza dei propri pensieri. Ho desiderato immaginarmela serena e positiva nelle insidie del campo di Westerbork, in preda alla paura e ai dubbi e tuttavia risoluta, durante la terrificante prova nel lager di Auschwitz. Ho ritenuto infine che, pur in preda alla disperazione, fosse ancora forte e mai doma negli ultimi giorni di prigionia a Bergen-Belsen, incrollabile nella sua fede, insieme con Margot, di cui diventa sostegno e conforto e dalla quale rimarrà separata solo per poche ore, prima di riappacificarsi con Dio. Se avesse potuto continuare a scrivere, quali sentimenti avrebbe confidato al suo diario e quali parole avrebbe usato per descrivere l'impossibile? Che cosa avrà provato realmente in quei momenti di disagio e di disperazione? Sarebbe riuscita a mantenere quel filo di ottimismo nei confronti della vita e a conservare quella sua voglia di vivere e godere della natura? Nessuno può saperlo con certezza e cercando di attenermi -comunque il più possibile- alla realtà storica dei fatti, ho confidato fortemente nell’idea che Anne, pur nello strazio della deportazione, abbia realmente vissuto momenti in cui si sia rifugiata nei propri pensieri, desiderando con tutto il cuore di poterli trascrivere da qualche parte. Mi è piaciuto raccontare di come abbia voluto a tutti i costi continuare a comporre il suo diario, anche se solo idealmente, rivolgendo le proprie riflessioni interiori alla sua amica Kitty. Così, poco per volta, sulle sue “pagine bianche” comincia ad annotare le sofferenze patite, riportandovi i suoi ricordi più preziosi, trascrivendovi gli umori mutevoli e affidandovi le speranze per il futuro, dando sfogo, insomma, ai suoi sentimenti, ultima risorsa di cui valersi per restare aggrappata alla vita. E’ un’ambizione che troviamo apertamente dichiarata già nel suo Diario e che si evince anche tra le righe di due suoi racconti: “Il sogno di Eva” e “Katrientje”. Mercoledì 7 ottobre 1942 scrive: “Provo a immaginare che…vado in Svizzera.” Domenica 18 ottobre 1942: Anne arriva a ipotizzare di fare coppia con il cugino Bernd in uno spettacolo di pattinaggio, immaginando poi di girarne addirittura un film. Martedì 10 agosto 1943: “Un’idea nuova: a tavola parlo più con me stessa che con gli altri….”. Giovedì 6 gennaio 1944: “Ne parlo tra me. Proprio perché non parlo mai di me e di queste cose con nessuno…”. Mercoledì 12 gennaio 1944:”Prima, a casa, quando non pensavo ancora tanto…” Martedì 8 febbraio 1944: “Sto frugando in tutti i campi in cui c’è da pensare qualcosa”. Se con il suo primo diario Anne trovò un modo per scaricare e trasferire tutte le sue apprensioni, con il libro dei racconti cominciò a fantasticare. Allo stesso modo i suoi ricordi e i suoi pensieri diventano qui un mezzo per tenersi in vita, la aiutano a mantenere il “cervello acceso” e a rifugiarsi in un mondo irreale dove sfuggire ai tormenti e agli incubi quotidiani. Due grandissimi esponenti della letteratura italiana affrontarono, tra gli altri, il tema dell’immaginazione: Giacomo Leopardi, per il quale «L’immaginazione è la prima fonte della felicità umana…» e Pirandello, secondo cui «L’uomo è imprigionato in una trappola dove ci sono solo due vie di uscita, la fuga nell’immaginazione, oppure la follia». Sabato 28 novembre 1942: “Di sera a letto, quando medito sui molti peccati che ho commesso e su quelli che mi vengono appioppati gratuitamente, l’enorme quantità di cose cui devo tener conto mi confonde….”. Queste annotazioni del Diario sono quindi la conferma che di notte Anne è abituata a riflettere, a meditare, a elaborare i suoi pensieri, che sicuramente, durante la prigionia, si saranno moltiplicati ed evoluti, così come i suoi stati d’animo e le sue emozioni. Mentre descrive l’inferno che ha intorno, scava nella memoria alla ricerca del suo passato, medita sui grandi temi della vita, scrive nuovi racconti, oppure crea visioni alternative della sua vita precedente o fantastica del suo futuro. Mercoledì 5 aprile 1944 scrive ancora: “Voglio essere utile o procurare gioia….voglio continuare a vivere anche dopo la morte. Riuscirò mai a scrivere qualcosa di grande?” Non credo che il romanzo che ho scritto sia poi così lontano dalla realtà. Il diario di Masha Rolnikaite (Devo raccontare, Adelphi 2005) è stato concepito proprio così. Era una ragazza di tredici anni che, come tante altre, visse lo stravolgimento della sua vita dal 1941 fino alla fine della guerra. Amava meditare, osservare e scrivere: scriveva dappertutto, sulla stoffa, su piccoli lembi di iuta, su fogli stracciati, fino a che la madre riuscì a impedirglielo. Fu poco dopo la guerra che, di getto, la piccola autrice mise nero su bianco tutte le sue memorie e i suoi pensieri. Sono fermamente convinto che lo stesso sarebbe accaduto per la nostra Anne.
"E questa cos'è?" vi starete chiedendo adesso...Bé, io vi dirò che è la dimostrazione che non sono pazzo. Certo, in quanto scrittore emergente e cittadino assolutamente sconosciuto al mondo, probabilmente è logico, e conseguenziale, che non possa ricevere il giusto credito e il riconoscimento adeguato per il coraggio dimostrato nel realizzare la mia idea: scrivere nientemeno che il seguito del Diario di Anne Frank! Eppure l'ho fatto e, anche se magari non sarà un capolavoro, vi posso garantire che non è un lavoro improvvisato, ma fatto con cognizione di causa, con tenerezza e tanto amore nei confronti della nostra comune amica, Anne. Tornando alla foto, vi dirò che si tratta di un fotogramma del film che proprio in questo momento il grande regista e sceneggiatore israeliano Ari Folman sta producendo. E la versione animata del "Diario di Anne Frank", girata in versione "cartoni" e in "stop motion". Queste le parole di Folman, che potrebbero tranquillamente valere anche per il mio "folle" romanzo: «Portare sullo schermo il diario di Anna Frank rappresenta per me una sfida e un'opportunità straordinaria. C'è grande bisogno di prodotti artistici che sappiano tenere viva la memoria nelle giovani generazioni». Tra le indiscrezioni, sembrerebbe che Folman ci regalerà diverse invenzioni tipiche del suo "genio" che esuleranno dai confini delle pagine del Diario, e che il film non sarà pronto prima del 2017. Magari Ari potrebbe leggersi il mio libro per trarne qualche idea, che ne pensate? Io non vedo l'ora di vederlo e di acquistare il DVD.
Adesso dei "consigli per gli acquisti". Sto scherzando, naturalmente, ma volevo avvisare coloro che volessero acquistare "Le Pagine Bianche di Anne Frank" di preferire www.ilmiolibro.it" rispetto a Feltrinelli, i cui tempi di consegna sono bibilici. Proprio venerdì ho acquistato due copie per effettuare il "deposito legale" presso le biblioteche nazionali, e mi sono arrivati oggi! http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/categoria/124347/le-pagine-bianche-di-anne-frank/

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