LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

venerdì 20 marzo 2015

LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK DI DARIO PEZZELLA


Ho un sogno nel cassetto, ed è quello di riuscire, un giorno, a trasformare in un libro di successo un manoscritto che ho partorito prima di tutto con il cuore e, solo successivamente, con l’ausilio dell’intelletto.
Le pagine bianche di Anne Frank”.
E’ l’ideale prosecuzione, anzi, l’effettiva continuazione del “Diario di Anne Frank”: ho ipotizzato, infatti, che quest’ultima possa aver tenuto un diario anche durante gli ultimi sette mesi della sua vita, passata tra un campo di concentramento e un altro.
Ad eccezione di pochissime finzioni narrative, infatti, tutto ciò che vi si racconta è effettivamente accaduto e le ricostruzioni degli avvenimenti sono attinte pazientemente dalle testimonianze oculari, con un’accurata ricomposizione delle date e della cronologia della guerra. Sono reali, infine, i riferimenti storici richiamati volta per volta nelle note, in modo da offrire al lettore un quadro il più completo possibile.

4 commenti:

  1. Il libro sarà presto auto-pubblicato su "ilmiolibro.it" e sottolineo AUTO.
    Poche le proposte di editori disposti a rischiare la faccia e i soldi per un argomento così delicato.
    Quei pochi volevano un "piccolo contributo"...........o meglio un obolo assicurativo per pararsi le spalle.
    A tempo debito, se alla fine avrò ragione, scriverò di tutti.................

    Nel frattempo, ecco la sinossi del libro:
    < Il martirio dei campi di concentramento vissuti con gli occhi dell’ormai sedicenne Anne Frank, a quel tempo ancora sconosciuta al mondo, che cerca in tutti i costi di sfuggire alla morte solo con la forza della propria immaginazione. E’ lei stessa a raccontare di quel terribile quattro agosto 1944, quando fu arrestata e condotta, insieme al resto della famiglia, nella casa penitenziaria di Amsterdam e, successivamente, in quel di Westerbork, dove continua ostinatamente a scrivere il suo diario, anche se su della semplice carta da imballaggio. Seguono i trasferimenti ad Auschwitz e poi a Bergen-Belsen, che sono state le sue ultime dimore terrene: qui prosegue ad annotare, pur se solo con i pensieri rivolti alla sua amica Kitty, tutto ciò che la circonda; riferisce con amara ironia delle sofferenze patite, i suoi ricordi più preziosi, le speranze per il futuro; inventa nuovi racconti, scrive episodi inediti del vecchio diario, poesie, preghiere e filastrocche, tra cui l’incredibile seguito di “Una chiacchierona incorreggibile”. Sono la poesia e il grande amore per la vita -alla quale Anne continua a restare aggrappata con tutte le sue forze- ad accompagnare il lettore in questo tenero e crudo viaggio nei suoi pensieri. La rivediamo procurarsi, anche se inconsapevolmente, un prezioso alleato ad Auschwitz e trovare un insospettabile aiuto a Bergen-Belsen. Anne, che deve inventarsi un modo per tenere il conto dei giorni che passano o che s’improvvisa piccola artigiana per poter partecipare alle “notti dei baratti”. Il destino ha preparato per lei un’ultima sorpresa: durante la prigionia riuscirà a incontrare perfino le sue amiche di scuola, Hanneli e Nanette, cui confida le pene e le sue aspettative per l’avvenire. Il romanzo si chiude con una lettera di Margot Frank alla sorella, proprio mentre sta per lasciare la sua vita terrena e con l’ultimo saluto di Annelies a Kitty. Nelle ultime righe, infine, la protagonista manda un’accorata preghiera a Dio prima di salire in Cielo e, ripensando al numero tatuato sul suo braccio, finalmente capisce in che modo il “lavoro rende liberi”.>

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  2. Non sono uno scrittore e non m’interessa diventarlo, ma a mio modo di vedere penso di aver creato davvero qualcosa di buono e, se da un lato sono consapevole che di certo non è un’opera perfetta, posso altresì affermare che non è un lavoro improvvisato; è una cosa che ho fatto con amore, nella speranza di mantenere sempre vivo l’interesse su Anne Frank e sull’Olocausto.

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  3. Il testo fornisce diverse occasioni per parlare di religione, di fede e di filosofia e una parentesi sui misteri della vita e sulla natura dell'uomo. Sono tutti ingredienti incredibilmente interessanti e all'ordine del giorno, in un mondo che ha ancora un disperato bisogno di poesia e di amore.

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  4. E’ un sogno troppo grande? Non saprei dirlo e per il momento mi accontenterò di conoscere il vostro punto di vista e l’eventuale disponibilità a divlugare l'iniziativa.
    Un'ultima cosa: i proventi saranno devoluti in beneficenza.

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