LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

sabato 25 aprile 2015

LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK DI DARIO PEZZELLA

Ecco la sinossi del mio libro:
< Il martirio dei campi di concentramento vissuti con gli occhi dell’ormai sedicenne Anne Frank, a quel tempo ancora sconosciuta al mondo, che cerca a tutti i costi di sfuggire alla morte solo con la forza della propria immaginazione. E’ lei stessa a raccontare di quel terribile quattro agosto 1944, quando fu arrestata e condotta, insieme al resto della famiglia, nella casa penitenziaria di Amsterdam e, successivamente, in quel di Westerbork, dove continua ostinatamente a scrivere il suo diario, anche  se su della semplice carta da imballaggio. Seguono i trasferimenti ad Auschwitz e poi a Bergen-Belsen, che sono state le sue ultime dimore terrene: qui prosegue ad annotare, pur se solo con i pensieri rivolti alla sua amica Kitty, tutto ciò che la circonda; riferisce con amara ironia delle sofferenze patite, i suoi ricordi più preziosi, le speranze per il futuro; inventa nuovi racconti, scrive episodi inediti del vecchio diario, poesie, preghiere e filastrocche, tra cui l’incredibile seguito di “Una chiacchierona incorreggibile”. Sono la poesia e il grande amore per la vita -alla quale Anne continua a restare aggrappata con tutte le sue forze- ad accompagnare il lettore in questo tenero e crudo viaggio nei suoi pensieri. La rivediamo procurarsi, anche se inconsapevolmente, un prezioso alleato ad Auschwitz e trovare un insospettabile aiuto a Bergen-Belsen. Anne, che deve inventarsi un modo per tenere il conto dei giorni che passano o che s’improvvisa piccola artigiana per poter partecipare alle “notti dei baratti”. Il destino ha preparato per lei un’ultima sorpresa: durante la prigionia riuscirà a incontrare perfino le sue amiche di scuola, Hanneli e Nanette, cui confida le pene e le sue aspettative per l’avvenire. Il romanzo si chiude con una lettera di Margot Frank alla sorella, proprio mentre sta per lasciare la sua vita terrena e con l’ultimo saluto di Annelies a Kitty. Nelle ultime righe infine, la protagonista manda un’accorata preghiera a Dio prima di salire in Cielo e, ripensando al numero tatuato sul suo braccio, finalmente capisce in che modo il “lavoro rende liberi”.>

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