LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

sabato 9 gennaio 2016

L’ENIGMA DEL TETRAEDRO

Ecco un’altra piccola chicca per voi! Ho già avuto occasione di raccontarvi degli episodi strani e delle coincidenze incredibili che mi sono capitate mentre buttavo giù, inconsapevolmente, ciò che poi è diventato “Le pagine bianche di Anne Frank”. Ebbene, un giorno decisi di narrare di come la nostra amica Anne, pur consapevole della debolezza del suo corpo, non volesse assolutamente lasciare che il suo cervello si intorpidisse. Tuttavia era ben cosciente di quanto fosse difficile, anzi, impossibile, tenere a mente le interminabili giornate che passavano, tutte spietatamente uguali, così volle inventarsi un modo che potesse aiutarla a tenere a mente la data di calendario del mese corrente. Mi domandai come fosse possibile, senza possedere nulla e senza poter lasciare segni visibili da qualche parte, trovare un modo per registrare il tempo che scorreva. I militari, per contare i giorni di leva trascorsi, usavano la “Stecca”, segni visibili sul muro, uno per ogni giorno trascorso. In un Lager questo evidentemente non era possibile, e l’unica materia disponibile erano le pietre. Facendo qualche conto, pensai che forse, con un sassolino con la forma di una piramide, si potesse raggiungere lo scopo. Ma i conti non tornavano. Avevo bisogno di una piramide con sole tre facce. Esisteva? Ero immobilizzato sulla sedia a sdraio a causa dell’incidente, e pertanto chiesi a mia figlia di cercare sul Web se esistesse questa figura geometrica. Così scoprii il tetraedro! Qualche giorno dopo aver scritto il brano che segue, sfogliando un vecchio topolino recuperato da un’enorme scatolone regalatomi da mio fratello, pieno zeppo di pubblicazioni Disney, mi balzò all’occhio la seguente storia: “Paperino e l’arena astrale” (testo di Osvaldo Pavese e disegni di Giovanbattista Carpi). Ebbene, alla fine della storia, Paperino riceve in dono da un alieno un sacchetto di Tetraedri d’oro! Avrebbero potute essere monete, pepite, monili, cubetti……..perché proprio tetraedri???!! In quante storie, tra le migliaia che sono state scritte per la Disney, pensate possano esserci dei tetraedri??!! Martedì 19 settembre 1944 Carissima, umore pessimo. Come può essere diversamente, se ogni momento della nostra giornata è accompagnato da soprusi e da violenze? Ogni giorno c’è n’è una nuova: a partire da oggi, tutti gli spostamenti che faremo dovranno essere eseguiti di corsa, cantando canzoni patriottiche tedesche. Non bastava la banda musicale! Chi non ce la fa è bastonato e massacrato così, su due piedi e senza troppi complimenti. Correre e cantare. Lavorare e cantare. Mai vacillare né cadere. La nostra vita è divenuta un’orrida corrida, siamo nelle loro mani, Kitty! Dobbiamo obbedire, eseguire senza pensare, oppure morire. E mi stupisce la freddezza con la quale mi riesce di parlare di tali argomenti. Mi sento avvilita, i dolori non danno tregua alle mie povere membra e mi riesce sempre più faticoso tenere fuori dalla testa le orripilanti ombre che mi circondano. Vorrei riuscire a non vederle, restare del tutto indifferente, pensare solo a me stessa e a mia sorella, che mi rimane accanto. Ho molta paura. Provo una sensazione strana, che non mi dà pace, come un senso d’impotenza, di rassegnazione e al tempo stesso di frustrazione e d’irrequietezza. Mi sento come se fossi rinchiusa nel buio più profondo, dentro il labirinto di Cnosso, con il terrore di essere aggredita da un momento all’altro dal Minotauro; solo che non ho il coraggio di Teseo e nemmeno la tela di Arianna. In altri momenti riesco a immaginarmi come un prezioso champagne che è rinchiuso in una bottiglia da un tappo di sughero; più mi agito, perché vorrei uscire e più capisco che rimarrò intrappolata. Devo abituarmi alla politica dello struzzo, come diceva la primadonna di Prinsengracht, altrimenti non andrò avanti! Tanto per cominciare vorrei ringraziare te, che sei il mio “oracolo” paziente, perché mi aiuti a non perdere la bussola. Puoi esser certa che avrai la mia gratitudine e la mia riconoscenza per tutta la vita. Dato che i miei pensieri non mi lasciano tregua, perché vorticano nel mio cervello come una giostra, desidererei raccontarti che cosa mi sono inventata oggi per non perdere il conto dei giorni che passano. Era necessario trovare un rimediuccio, qualcosa di talmente ordinario, da non attirare l’attenzione dei crucchi in nessun modo. Mi sono scervellata per giorni, fino a che mi sono accorta di avere la soluzione davanti agli occhi o piuttosto, tra le mie mani. Mi spiegherò meglio. Ero alla Kriesgrube per sterrare la solita inutile buca, quando la mia attenzione è stata attirata da un sassolino dalla forma regolare, una sorta di piccola piramide con la base triangolare e tre facce superiori: un esperto di geometria lo chiamerebbe tetraedro, ma insomma, niente di particolarmente difficile da trovare in mezzo ai cumuli di ghiaia in cui sguazziamo quotidianamente. Pensa che ti ripensa, sono giunta alla soluzione! Con solo quattro sassolini dello stesso tipo, ma di grandezze crescenti, ho risolto il mio dilemma. Ho stabilito che quello più piccolo sarebbe servito per indicarmi le decine. La prima delle tre facce più grandi l’ho lasciata al naturale, con tutte le sue irregolarità e mi avrebbe così indicato la prima decade dei giorni del mese. La seconda faccia l’ho lisciata per metà: avrebbe così rappresentato la seconda decina. La terza è stata levigata per benino, affinché fosse chiaro il suo compito: indicarmi il trenta di ogni mese! Ho lavorato alla stessa maniera con tutti gli altri sassolini prescrivendo che, le facce del secondo in linea di grandezza, m’indicassero l’uno, il due e il tre; quelle del terzo, rispettivamente il quattro, il cinque e il sei; infine, il sasso più grande avrebbe conteggiato per me il sette, l’otto e il nove. Dunque, per la data di oggi ho usato la prima faccia del sassolino più piccolo (quello delle decine per indicarmi il dieci), e l’ultima di quello più grande (per indicarmi il nove); risultato: diciannove! Tutto chiaro? Non avendo bisogno di altro per rammentarmi del mese corrente (almeno finché non sarò impazzita del tutto!), ho sistemato il mio tesoro di calendario sotto un letto, sicura che, qualora fosse trovato, non possa assolutamente destare sospetti. Perché mai dovrebbero dirmi qualcosa, se trovassero del comune brecciolino sotto il mio letto, oppure nelle mie tasche? Proprio così, mia cara Kitty, cerco in tutti i modi di far funzionare il cervello, per provare a vedere dove arrivo. Vediamo come va! “Testo protetto da Copyright; ISBN : 9788891096326”

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