LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

sabato 19 settembre 2015

UNA PREGHIERA IN UN LAGER

La domanda sorge spontanea: dopo il martirio, gli scempi, i soprusi e i delitti perpetrati ai danni di milioni di persone nei campi di concentramento, è possibile –e magari legittimo- che qualcuno possa aver perso la fede? In che modo è concepibile credere che Dio abbia assistito alle deportazioni e all'uccisione di milioni di innocenti senza intervenire? In un saggio di Hans Jonas, un filosofo tedesco di origine ebraica –Il concetto di Dio dopo Auschwitz- si afferma che “durante gli anni in cui si scatenò la furia di Auschwitz Dio restò muto. I miracoli che accaddero furono unicamente opera degli uomini”.
Sono certo che furono moltissimi i deportati che affidarono le proprie preghiere all’Altissimo ed altri, purtroppo, persero la fede. I tedeschi avevano paura del culto religioso, era un odio così fanatico da rasentare la superstizione perché sapevano che poteva essere un pericoloso ostacolo alla loro forza repressiva. pertanto eliminavano qualsiasi cosa lo potesse ricordare. E nonostante ciò, il culto veniva praticato in assoluto segreto. Non è quindi impossibile ipotizzare che durante le deportazioni, molti continuarono a credere e a pregare, trovando nel Signore, non la causa dei propri mali, bensì l’unica via di salvezza. Nietzsche scrisse: «Chi ha un perché per vivere, sopporta quasi ogni come” che è il rovescio della medaglia di un pensiero di Dostojevskij: «Temo una cosa sola: di non essere degno del mio tormento». Ma ancora più di questi c’è un aforisma di Viktor Frankl che rende appieno l’idea: “L'uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall'esterno”. Frankl era uno psichiatra ebreo sopravvissuto ai lager, che scrisse nel 1946 “Uno psicologo nei lager” e molti altri testi, tra cui “Alla ricerca di un significato della vita” e “I fondamenti spirituali della logoterapia”. Egli racconta la sua esperienza di medico, riscoprendosi anche uomo e credente. Attraverso il suo racconto, egli vuole dimostrare come l'uomo possa vivere pienamente anche nelle condizioni più disumane, anzi, proprio attraverso di esse. Ecco alcuni suoi pensieri: “Una fede debole è indebolita da predizioni e catastrofi, laddove una fede forte viene rafforzata dalle stesse.” “A partire da Auschwitz sappiamo di che cosa è capace l'uomo. A partire da Hiroshima sappiamo che cosa c'è in gioco.” “Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: col compiere un proposito; con lo sperimentare un valore; con il soffrire.
La questione “fede” resta comunque di difficile risoluzione e non si può certo biasimare chi, dopo quanto accaduto nei campi di concentramento, ha purtroppo perso la fede. La sorellastra postuma di Anne Frank “Eva Schloss”, autrice del libro “Sopravvissuta ad Auschwitz”, ha dichiarato di aver perso la fede. Io sono convinto che questo non sarebbe accaduto ad Anne. E’ questa la sintesi del mio romanzo. Anne amava troppo la vita Dio, per perdere le uniche certezze che potessero aiutarla a sopravvivere. Per concludere, non bisogna dimenticare coloro che, pur avendo sopportato azioni atroci e dolorosissime, sono comunque stati capaci non solo di tener fede ai propri dogmi e alle proprie convinzioni, e anche coloro che, a rischio della propria vita, sono stati dei veri e propri Angeli in Terra, aiutando e salvando la vita a migliaia di innocenti; non è forse facile affermare che Dio era nei loro cuori? Pensieri tratti dal Diario di Etty Hillesum
“Preghiera della domenica mattina– Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani, ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso prometterti nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi. […]” “Comincio a sentirmi un po’ più tranquilla, mio Dio, dopo questa conversazione con te. Discorrerò con te molto spesso, d’ora innanzi, e in questo modo ti impedirò di abbandonarmi. Con me vivrai anche tempi magri, mio Dio, tempi scarsamente alimentati dalla mia povera fiducia; ma credimi, io continuerò a lavorare per te e a esserti fedele e non ti caccerò via dal mio territorio.” “Quando prego, non prego mai per me stessa, prego sempre per gli altri, oppure dialogo in modo pazzo, infantile o serissimo con la parte più profonda di me, che per comodità io chiamo “Dio”. Non so, trovo così infantile che si preghi per ottenere qualcosa per sé. […] Mi sembra infantile anche pregare perché un altro stia bene: per un altro si può solo pregare che riesca a sopportare le difficoltà della vita.”
Preghiera per i persecutori di una vittima di un lager nazista Signore, quando ritornerai nella tua gloria, non ricordarti solo degli uomini di buona volontà. Ricordati anche degli uomini di cattiva volontà. Ma, allora, non ricordarti delle loro sevizie e violenze. Ricordati piuttosto dei frutti che noi abbiamo prodotto a causa di quello che essi ci hanno fatto. Ricordati della pazienza degli uni, del coraggio degli altri, dell'umiltà, ricordati della grandezza d'animo, della fedeltà che essi hanno risvegliato in noi. E fa', Signore, che questi frutti da noi prodotti siano, un giorno, la loro redenzione.
Tratto dal Diario di Anne Frank E la sera, quando a letto termino la mia preghiera colle parole: "Ti ringrazio, mio Dio, per tutto ciò che è buono e caro e bello", sono piena di gioia. Allora penso: "buona" è la sicurezza del nostro rifugio, è la mia salute, è la mia stessa esistenza; "caro" è Peter, è quel sentimento delicato e indistinto che noi due non osiamo ancora nominare, o sfiorare, ma che verrà, e sarà l'amore, l'avvenire, la felicità; "bello" e il mondo; il mondo, la natura, la bellezza e tutto ciò che la forma.
tratto da “Le pagine bianche di Anne Frank” Cara Kitty, oggi ho preso una decisione importante: non m’interessa a cosa andrò incontro o quali prove dovrò affrontare, con l’aiuto di Dio riuscirò a superare tutti gli ostacoli che mi si porranno davanti. Solo Lui potrà darmi la forza di reagire e di resistere. Dovrò pregare, invocare, chiedere e supplicare che la Divina Provvidenza venga in nostro aiuto. Finalmente comprendo appieno le parole di mia madre, che mi ha sempre insegnato il valore della preghiera ed io, le poche volte che ho accolto i suoi inviti, non sempre vi ho partecipato con il cuore. Finalmente ho capito che la preghiera non è una specie di lista della spesa e che la fede non è un lasciapassare per la vita eterna. E’ soprattutto fidarsi incondizionatamente di Dio, anche quando tutto va storto. Ho messo giù due versi, che reciterò ogni sera prima di parlare con te. Vorrei proprio che mi dicessi cosa ne pensi. Ecco la mia preghiera: Dio degli Ebrei, dei Cristiani e dei Musulmani. Dio della quiete, dell’amore e dell’Universo. Tu che sei al di sopra della natura e di tutte le creature, Tu che sei nelle più piccole cose del mondo e in quelle più grandi, al di sopra degli uomini giusti e dei criminali. Tu sei lassù nei cieli e sorvegli i nostri pensieri, ben oltre le banalità della nostra breve storia e delle nostre realtà quotidiane. Fa’ che tutti ti riconoscano, accettando il Tuo Amore, anche i nostri crudeli aguzzini, che non intendono altre divinità al di fuori della violenza, del potere e del denaro. Manda il tuo Spirito su questo luogo di sofferenza, affinché ogni male sia distrutto e tu possa entrare nei cuori dei nostri persecutori, nelle loro case, nei loro affetti e nelle loro famiglie. Noi ci fidiamo di Te e del disegno Divino che hai riservato per ognuno di noi. Non ti chiediamo di aiutarci a spostare queste montagne di dolore, ma di darci la forza per superarle. Da’ vigore a tutti i martiri di questo campo, nell’attesa che presto possano tornare alla loro vita e dai loro congiunti. Proteggi e sorreggi i miei genitori, affinché abbiano da Te vitalità e consolazione, dona loro il coraggio, in modo che non si sentano mai soli. Abbi cura della mia sorellina Margot e di tutti i nostri cari coinvolti in questa triste guerra. Regalaci il coraggio di aiutare le nostre compagne in difficoltà in ogni circostanza, anche se questo potrà esporci a castighi, conducendoci perfino alla morte. Aiutaci a essere perseveranti nella speranza di un futuro migliore, e solleva i nostri animi dall'afflizione. Donaci presto la libertà! “Testo protetto da Copyright; ISBN : 9788891096326” Per salutarci, un paio di foto del mio ormai famoso plastico dell'Alloggio Segreto in Prinsengracht 263.

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