LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

sabato 17 ottobre 2015

L’ULTIMA PREGHIERA

Buon pomeriggio. Per concludere l’argomento “Fede” e “Dio”, affrontato già in due precedenti post, volevo raccontarvi che, successivamente alla librazione dei lager, sono tornate alla luce diverse esemplari testimonianze di sopravvivenza di deportati che, durante la prigionia, sono riusciti a scrivere non solo preghiere, ma addirittura canti e melodie. Queste partiture sono state fatte rivivere grazie ad una iniziativa tutta italiana : “Tuttociòchemiresta” (http://www.tuttociochemiresta.it/) sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica italiana.
Le ideatrici e organizzatrici dell’evento, Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, in proposito hanno scritto: “In prima mondiale a Roma, le melodie, le storie, le documentazioni di una pagina poco conosciuta della Shoah, il miracolo di musiche bellissime che risorgono dall’oblio per ricordarci che l’arte sopravvive alla volontà di annientamento e che si può creare bellezza anche nella più disumana delle prigionie.” Questa è l’occasione per parlarvi di un’altra bellissima figura femminile, che avvicinerei a quella di Etty Hillesum: Ilse Weber.
Ebrea, nata a Witkowitz nel 1903, sin da giovanissima scriveva poesie e fiabe per bambini. Nel 1942, fu deportata a Theresienstadt con il marito e il piccolo figlio, Tomáš. Qui fece l’infermiera nell’ospedale dei bambini, creando per loro e per gli altri prigionieri poesie e canzoni, suonando per loro il liuto e la chitarra. Nel 1944 fu deportata ad Auschwit, dove morì nelle camere a gas. Nel 1945 il marito di Ilse, sopravvissuto ad Auschwitz, riportò alla luce –erano state raccolte e seppellite da qualcuno a Theresienstadt, in un capanno degli attrezzi - una cinquantina di poesie composte nel campo dalla moglie. Seguì, molti anni dopo, la pubblicazione del libro “Quando finirà la sofferenza? Lettere e poesie da Theresienstadt” di Ilse Weber.
E a proposito di documentazioni, oggi vi faccio leggere una cosa che certamente non troverete nell’originale Diario di Anne Frank: una preghiera! Si, perché nel Diario di Anne Frank si possono trovare racconti, brani di autori diversi, poesie, filastrocche e citazioni, ma non una vera e propria preghiera! E questo non perché Anne non fosse credente, ma perché, probabilmente, la presenza oppressiva di una madre quasi “pia” le aveva ingenerato una specie di repulsione verso la sua confessione di cui non amava essere neppure praticante. Come sappiamo, la vicinanza con Peter Van Pels e le continue chiacchierate con l’amico davanti al loro ippocastano preferito, le allargarono gli orizzonti ed il cuore. Alcune sopravvissute ci hanno raccontato anche che Anne, mentre era nell’infermeria di Westerbork, parlava di fede con un ragazzino della sua età. Ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò un’altra volta. Mi preme adesso farvi leggere la preghiera che Anne invia a Dio prima di salire in cielo. La preghiera è una dolce e tenera supplica, che Anne recita dopo l’incontro con Margot, morta prima di lei, ed è venuta a prenderla. Anne amava incondizionatamente la vita, grazie soprattutto ai doni della natura offerti all’uomo da Dio e, dopo tante sofferenze patite e tanti progetti inevasi, finalmente sale sul suo arcobaleno per raggiungere la madre in paradiso. Tratto da “LE Pagine Bianche di Anne Frank”
Dio della mia libertà Prendo in prestito solo pochi minuti del Tuo tempo infinito, per rivolgerti la mia ultima preghiera terrena, adesso che per me il mondo sta per smettere di girare ed io per apprestarmi a scendere all’ultima fermata. Guarda tutti i lividi sul mio volto, i miei muscoli indeboliti, la mia fronte febbricitante e la mia pelle marchiata col sangue. Guarda il mio corpo dolorante, straziato e martoriato dalle catene dell’odio che hanno consumato le mie forze, perché ho dovuto lottare, non certo per mia volontà, contro qualcuno molto più vigoroso di me. Sai già che queste violenze non mi hanno impedito di portarti sempre nel cuore, come mia difesa. Ora nella mia testa ci sono soltanto pensieri, sogni, visioni da incubo e paure. Mi hanno fatto sprofondare nel fango. Hanno offeso i miei sentimenti, trasfigurando la mia vita in una quotidianità senza senso. Sono stata trasformata in un corpo esanime privo del suo spirito vitale. Ora sono un uccello con le ali spezzate, depredato della sua dignità e che tuttavia è diventato partecipe ed anche complice di tutto lo strazio che è passato sotto i suoi occhi. Mi avevi comandato di non uccidere ed io invece sono stata, pur se inconsciamente, corresponsabile di questa disobbedienza. E’ stato l’istinto della sopravvivenza a farmi insudiciare di questo delitto: te ne chiedo perdono, anche in nome di tutti quelli come me, costretti nell’agonia. Donami ancora una volta la tua forza, guarisci i miei perché, da’ conferma ai miei dubbi, rispondi alle domande furiose che sono fermentate in questi lunghi mesi nella mia mente. Offrimi una ragione per tutto questo e regalami il coraggio necessario per sciogliere l’ultimo legame che mi lega a questa esistenza. Tu non mi hai mai abbandonato, mi hai sorretto durante i momenti più difficili e guidato nelle tenebre di questo inferno. Ho sempre saputo che per resistere avrei dovuto cercarti fin nelle cose più piccole e semplici, confondendomi tra le nuvole, perdendomi nel cielo, ascoltando il vento tra le foglie degli alberi e ammirando i mirabili colori di cui ci hai fatto dono nella natura. Vorrei ringraziarti per avermi concesso di vivere: mi hai messo al mondo sottoponendomi a questa prova, che la mia coscienza si rifiuta di concepire. Tu solo conosci il disegno e voglio continuare a fidarmi di Te. Perché hai ascoltato i miei pensieri ed esaminato i miei sogni. Perché hai vagliato i miei progetti e pesato la bontà del mio animo. Lo so che hai gioito della mia felicità e sofferto dei miei stessi dolori! Depongo ai tuoi piedi tutto quello che di buono c’è stato e tutto quello che di cattivo hai ritenuto dovessi conoscere della vita. Grazie, per le anime buone che mi hai fatto incontrare e per quelle cattive che hanno misurato il mio coraggio e la mia pazienza. Adesso sono qui, senza più lacrime, e aspetto che Tu venga a prendermi. Sono stanca e metto nelle tue mani questa putredine, affinché Tu possa trasformarla in salvezza per tutti i martiri di questa guerra. Raccogli quello che rimane di me, ti regalo quello che c’è stato della mia vitalità, della mia intelligenza, della mia memoria e della mia cultura. Ti faccio dono della mia forza d’animo, dei miei pensieri e della mia fantasia; delle mie speranze e del mio spirito, affinché possano diventare un fiore da piantare e far crescere nel Tuo giardino o possano trasformarsi in un puntino luminoso, nell’emisfero infinito, perché da lassù sia di conforto a qualcuno. Dona la pace al mio corpo e al mio spirito, risana i lividi e cura tutte le ferite della mia anima; custodiscii miei pensieri ed esaudisci i miei ultimi desideri. Aspettami…..sto venendo da Te per favore, dimmi da quale parte devo volgermi per poter essere guidata da Te e mostrami quel che devo fare per riuscire a perdermi in quella Luce infinita. Indicami, adesso, su quale arcobaleno devo incamminarmi per poterTi finalmente raggiungere… Anne “Testo protetto da Copyright; ISBN : 9788891096326” Het Achterhuis - Anne Frank l'Alloggio segreto di Anne Frank

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