LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

martedì 7 luglio 2015

ANNE FRANK ED ETTY HILLESUM DUE DIARI MOLTO SIMILI

Con il permesso di Anne Frank, oggi volevo ricordare un'altra famosissima ragazza ebrea, che ha tenuto un Diario in quel di Westerbork, lo stesso campo di smistamento dov'è stata Anne esattamente un anno dopo. Per chi non la conoscesse, Etty era una ragazza nata nel 1914 da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica e che lavorava come dattilografa presso lo “Judenrat” di Amsterdam. Forte di questa posizione, pur potendo salvarsi, scelse di prestare servizio nel campo di Westerbork per stare vicino alla sua gente. Lavorò nell'ospedale del campo - con alcuni rientri ad Amsterdam - dall'agosto 1942 al 7 settembre 1943, data in cui Etty, suo padre, sua madre e Misha furono caricati sul treno dei deportati diretto in Polonia. Alla fine, infatti, il destino decise che dovesse essere deportata anche lei: il 7 settembre del 1943, infatti, fu costretta a salire su un treno per Auschwitz, dove morì il 30 novembre successivo insieme a tutta la sua famiglia. E proprio nel primo capitolo del mio libro "Le pagine bianche di Anne Frank", mi è piaciuto giocare sul singolare parallelismo tra le esperienze vissute, in maniera in fondo molto simile, dalla nostra Anne ed Etty Hillesum, entrambe relegate a Westerbork. Etty, il 18 agosto 1943, scriveva: «Forse non diventerò una grande artista come vorrei» mentre Anne, l’11 maggio 1944, replicava: «Il mio desiderio più grande è diventare giornalista e, in seguito, una scrittrice famosa. Si vedrà se riuscirò mai a realizzare queste manie di grandezza.» Ci sono molte analogie tra le due storie e mi è piaciuto giocare sulla sovrapposizione di quei pensieri, maturati esattamente a un anno di distanza l’uno dall’altro, proprio in quel campo di transito ai confini con la Germania. Le due scrittrici hanno quindi condiviso non solo lo stesso atroce destino, ma anche analoga passione: in fondo, le cose che più facilmente si possono accomunare nei loro racconti epistolari, sono l’amore per la vita e la fede in Dio.
Naturalmente io ho letto entrambi questi bellissimi libri. Certo, rispetto alla nostra amica Anne, lo stile è molto più classico e la prosa più romantica e ne risulta una leggibilità sicuramente meno sciolta, sebbene profondissima, rispetto alla freschezza del testo della nostra Anne. Ma dalla lettura traspare un grande amore per le persone e una grande fede in Dio. Assolutamente da leggere. Adesso alcune frasi di Etty: "Ogni situazione, buona o cattiva, può arricchire l'uomo di nuove prospettive. Se abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare, allora non siamo una generazione vitale." "Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo." "Se tutto questo dolore [la persecuzione nazista degli ebrei] non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile." "Una volta che si comincia a camminare con Dio, si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un'unica, lunga passeggiata." "Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare tutto, ogni norma e appiglio convenzionale, dobbiamo osare il gran salto nel cosmo, e allora, allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e abbondante, anche nei suoi più profondi dolori." "Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto da non poter più volare liberamente come un uccello." "L'età dell'anima è diversa da quella registrata all'anagrafe. Credo che l'anima abbia una determinata età fin dalla nascita, e che questa età non cambi più." “Quando prego” scrive ”non prego mai per me stessa, prego sempre per gli altri, oppure dialogo in modo pazzo, infantile o serissimo con la parte più profonda di me, che per comodità io chiamo “Dio”. “In me non c’è un poeta, in me c’è un pezzetto di Dio che potrebbe farsi Poesia. In un campo deve pur esserci un poeta, che da poeta viva anche quella vita e la sappia cantare. Di notte, mentre ero coricata nella mia cuccetta, circondata da donne e ragazze che russavano piano, o sognavano ad alta voce, o piangevano silenziosamente, o si giravano e si rigiravano – donne e ragazze che dicevano così spesso durante il giorno ”non vogliamo pensare”, ”non vogliamo sentire, altrimenti diventiamo pazze” – a volte provavo un’infinita tenerezza, me ne stavo sveglia e lasciavo che mi passassero davanti gli avvenimenti ,le fin troppe impressioni di un giorno fin troppo lungo e pensavo: ”Su, lasciatemi essere il cuore pensante di questa baracca.” "E parole come Dio e Morte e Dolore e Eternità si devono dimenticare di nuovo. Si deve diventare un'altra volta così semplici e senza parole come il grano che cresce, o la pioggia che cade. Si deve semplicemente essere." Infine, le ultime righe che Etty scrisse su di una cartolina postale, che gettò fuori dal treno mentre era in partenza verso Auschwitz; era il 7 settembre 1943. “Sono seduta sul mio zaino nel mezzo di un affollato vagone merci….La partenza è giunta piuttosto inaspettata, malgrado tutto. Un ordine improvviso mandato appositamente dall’Aia. Abbiamo lasciato il campo cantando…”. Una foto del mio plastico: l'ufficio di Kugler.

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