LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

sabato 27 giugno 2015

Il seguito di "Una chiacchierona incorreggibile"

Oggi ho il piacere di presentare l’incredibile seguito di “Una chiacchierona incorreggibile”. I conoscitori della storia di Anne Frank sanno già di cosa sto parlando. Per gli altri non posso fare a meno di riportare il famoso racconto di cui Anne parla sia nel Diario sia nella raccolta di racconti. BO, BO, BO…PROVO’ A DIRE IL PESCIOLINO PIERROT è il titolo della nuova filastrocca –tratta da Le Pagine Bianche di Anne Frank- che Anne idealmente scrive mentre si trova ad Auschwitz. Insieme al brano tratto dal Diario di Margot Betty Frank (che prima o poi vi farò leggere), è una delle cose che più amo di quello che ho scritto. Potrebbe sembrare una poesiola stupida, ma il significato di ogni rigo è molto profondo, e dentro c’è tutta la storia della Shoah e di Anne Frank. Tratto da “Racconti dell’Alloggio segreto”, di Anne Frank. Il professor Kepler ed io eravamo spesso ai ferri corti a causa…del chiacchierare. In un lasso di tre lezioni ricevetti sei ammonizioni finché lui perdette la pazienza e mi affibiò sbrigativamente un tema di due pagine. Era intitolato: Una chiacchierona. Ma nella lezione successiva ci fu di nuovo occasione di fare una bella chiacchierata…e il professor Kepler prese il registro e vi scrisse: “La signorina Anna Frank per la prossima volta porterà un componimento dal titolo Una incorreggibile chiacchierona”. Anche questo tema fu consegnato come si confà ad un bravo alunno, ma già nell’ora successiva si ripeté il suddetto vizio. Ragion per cui il professor Kepler scrisse nel registro: “La signorina Anna Frank porterà un componimento di due pagine dal titolo “Qua qua qua, disse la signorina Starnazza”. Allo scherzo risposi con uno scherzo. Scrissi infatti, con l’aiuto di Sanne, un componimento in rima che iniziava: “Qua,qua,qua”, disse la signorina Starnazza chiamando i figli che giocavan nella guazza. “Pio,pio, -rispose ciascuna anatrina- c’è ancora del pane, cara mammina?” “Sì Gerardo,Alfonso e Fiordiligi, ma lo sapete, non voglio litigi; l’ho dovuto rubare di soppiatto dalla scodella preparata per il gatto!” Gli anatroccoli le danno retta; ciascuno prende quel che gli spetta, starnazzando intorno al fosso “Guarda, il mio è il pezzo più grosso!” Ma ecco papà cigno, infuriato, nel suo sonnellino disturbato ecc.ecc. E QUESTO è IL SEGUITO, TRATTO DAL MIO LIBRO: LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK Domenica 12 novembre 1944 Carissima, Ti ricordi dei componimenti che il professor Kepler mi obbligò a scrivere perché parlavo troppo? Il primo tema era intitolato: “Una chiacchierona”, mentre il secondo si chiamava “Un’incorreggibile chiacchierona”; purtroppo, come sai, pur avendo così di buon animo provveduto a eseguire i compiti, la qui presente, Annelies, non rinunciava a parlottare in classe, per cui le fu affibbiata una terza composizione, dal seguente titolo: “Qua, qua, qua, disse la signorina Starnazza”. Ho già avuto l’occasione di declamare i versetti di tale racconto a Westerbork, nella baracca dei bambini, che cominciavano più o meno così: “Qua, qua, qua, disse la signorina Starnazza, chiamando i figli che giocavan nella guazza” . Poi di mezzo ci sono stati gli orrori di Auschwitz e non ho avuto più l’occasione di pensarci. Anche se difficilmente ci crederai, devi sapere che questa notte, per impegnare il tempo, ho pensato di dare un seguito alle avventure della nostra piccola ochetta: il breve racconto è sicuramente meno allegro del precedente, ma, a ben guardare, c’è dentro proprio la mia storia. L’ho intitolata: BO, BO, BO…PROVO’ A DIRE IL PESCIOLINO PIERROT C’era un bel dì…. Nella Valle dei cigni dorata, la famiglia Starnazza…. che sguazzava beata. La “Chiacchierona incorregibile”….ve la ricordate? Quella piccola anatrella….dalle nere penne piumate!? Qua qua qua, si beava, parlottando di giorno…. Qua qua qua, canticchiava, anche al freddo d’inverno! Non era affatto diversa dagli altri uccelli del lago… Fino a che non si accorse di un terribile Mago! Tutto quello schiamazzo e quella gioia insolente, indispettivano l’uomo, già malato di mente! Fu così che….la “Nostra incorreggibile”, venne colpita…da un anatema indescrivibile! Da anatroccolo nero, con le sue penne lisce…… Si ritrovò in una boccia, sotto forma di pesce! Per quanti sforzi facesse………. Di bocca gli usciva solo un bel “Bo bo bo”… , si disse…………. E adesso………………. Bo bo bo, si agitava…..per aver da mangiare! Bo bo bo, non restava…..che pregare e sperare! Cosa dire, alla fine di questa piccola storia? Che il bene trionfi e se ne tenga Memoria! Che te ne pare? Non è bellissima? Non ti sembra che il triste mimo Pierrot, innamorato della Luna, rappresenti alla perfezione la sottoscritta e la sua desolazione? Sono sicura che ti piacerebbe sapere come finisce la storia. Riuscirà la Chiacchierona incorreggibile a liberarsi della boccia in cui è stata rinchiusa? Ce la farà la Signorina Starnazza a ritornare libera e felice a nuotare nella guazza? Finirà come sarebbe giusto che finisse, e cioè, saranno i buoni a trionfare? Credo che la realtà sia ben diversa dai sogni e che non ci sia mai un preciso confine tra quello che ci si aspetta nella vita e quello che poi accade effettivamente. La verità è sempre nel mezzo e l’unica certezza è che nessuno è in grado di conoscere il futuro, né di sapere cosa ci aspetta dietro l’angolo. Per la filosofia greca, la vita era in continuo mutamento, al di là delle uniche due cose certe: la nascita e la morte. Ma sono in disaccordo su quest’ultimo punto: infatti, potrebbe accadere che, pur morendo, si possa continuare ugualmente a vivere. Tu che ne dici? ….Chissà! Un ultimo appunto sulla parola MAGO, presente nella mia poesia: l’ho messa intenzionalmente per ricollegarmi alla storia di Anne “Il saggio mago” e anche perché vado fiero che in “Le Pagine Bianche di Anne Frank” il nome del responsabile dell’Olocausto, il cancelliere tedesco di allora, non è mai menzionato. Ne “Il saggio mago”, Anne racconta di una bambina, Dora, che era sempre allegra, non faceva che ridere dalla mattina alla sera, senza mai pensare a cose tristi o penose. Un giorno Dora, che godeva di una certa popolarità per cui si era montata un po’ la testa, si imbatté in Peldron, che, al contrario di Dora, stava sempre a rodersi l’anima per le miserie della vita. Mentre Dora canzonava e scherniva Peldron, si imbatterono in un “Vecchio Mago”, un mago dabbene che voleva aiutare il prossimo così da rendere il mondo migliore. Il Mago imprigionò Dora e Peldron in una piccola casetta, per educarli, appunto, come credeva giusto. Dora e Peldron non potevano uscire, ma dovevano lavorare tutto il giorno, questi erano gli ordini del Mago. Ecco la sinossi del mio libro. A presto!

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