LE PAGINE BIANCHE DI ANNE FRANK

lunedì 15 giugno 2015

COMINCIAMO DAL PRINCIPIO...

Buonasera a tutti. Allora, ricominciamo dal principio. Adesso che il libro è pubblicato, perché tenere un Blog? Per parlare del libro, ovvio. Perché adoro parlare di Anne Frank, della sua vita, e vorrei condividere i suoi pensieri e il suo amore per la vita con gli altri. Ma anche per me stesso, per comprovare che tutto quello che mi sta accadendo è vero e reale. In ultimo, per fare della beneficenza, in nome di Anne Frank, contribuendo a divulgare il suo messaggio. Sono certo che avrà gradito il mio bel regalo di compleanno, voi che ne dite? Ricomincio quindi dall'inizio, dalla porta di Prinsengracht 263 e dalla foto del mio plastico che, come promesso, un po’ alla volta riprodurrò integralmente qui, in foto, e dalle prime righe del mio libro che, occasionalmente, riporterò in questa vetrina.
Questo, invece, è l’incipit. Anne si trova nella stazione di polizia nel centro di Amsterdam, poche ore dopo che i clandestini sono stati scoperti e arrestati da Karl Josef Silberbauer, della Gestapo, e ritorna con i pensieri a quei momenti terribili, che in futuro torneranno spesso a tormentarla. Amsterdam 4 agosto 1944 (Stazione di Polizia di Euterpestraat) Noi siamo la somma di tutto quello che abbiamo visto, incontrato e vissuto durante la vita. Ne consegue che il destino lo costruiamo giorno per giorno, con le nostre mani ed è univoco, non avrebbe senso cercare di cambiarlo. Solo adesso che mi ritrovo davvero prigioniera non esiterei, se ne avessi il potere, a modificare il corso degli eventi che si sono susseguiti nelle ultime ore, non tanto per me stessa, quanto per le persone che mi sono accanto adesso. Non vedo che facce affrante e volti sofferenti attorno a me. Margot ha da poco smesso di piangere, ma tra breve, c'è da scommetterci, ricomincerà! Mia madre non parla, ma le si legge chiaramente in volto la paura e la disperazione. Kerli e Putti sono seduti e con il capo chino contemplano ormai da un’ora il pavimento; anche Peter, pur riuscendo a mantenere un certo contegno, è molto triste e sembra più smarrito del solito. Soltanto Pim , anche se assorto nei suoi pensieri, appare calmo e non tradisce alcun tipo di ansia, né di scoraggiamento. Io invece me ne sto zitta, ma non riesco a togliermi dalla mente quei momenti terribili, che continuo a rivedere come le sequenze di un film che improvvisamente s’interrompe ricominciando sempre dallo stesso punto. Ero lì che tremavo e avevo una gran voglia di piangere e di gridare, riuscendo a stento a trattenermi; gli ultimi due anni e passa della nostra vita, fatta di sogni e di speranze, erano stati infranti in quell’ultima manciata di minuti. Il cuore mi batteva dall’interno come un tamburo: ecco, uno dei crucchi prende la valigetta regalatami da Papà, con dentro tutti i miei tesori. La apre e la capovolge per svuotarla del contenuto e per riporvi dentro i pochi averi sottrattici: degli oggetti di esiguo valore, s’intende, qualche banconota, degli orologi, una collana, alcuni orecchini. I miei quaderni e i miei fogli sono precipitati a terra disordinatamente. Avrei preferito morire, il mio cuore stava sanguinando per davvero! Tutte le mie pagine, i miei segreti, le mie storie, erano lì, sparsi sul pavimento, stropicciati e calpestati senza alcun riguardo. E’ stato come se lo avessero fatto a me. Anche se sono riuscita a trattenere le lacrime, non ho potuto muovere un dito quando i miei quaderni sono finiti in terra e a essere sincera, non credo che riuscirò mai a perdonarmelo. Avrei voluto imprecare, protestare, mi sarei dovuta inginocchiare per recuperare tutto, ma sono riuscita solo a rimanere immobile come una statua di sale, mentre dentro di me c’era un vulcano in eruzione. E’ stato lo sguardo di mio padre a darmi la forza e la calma necessaria per rimanere ferma e in silenzio, anche se in realtà stavo morendo dentro. E adesso? Come posso riuscire ad alleggerire questo peso che ho nell’anima? Un filosofo greco riconduceva il fluire della vita alla semplice contrapposizione tra una cosa e il suo contrario: ad esempio tra il bene e il male, il giorno e la notte, l’estate e l’inverno, la pace e la guerra, la gioia e la tristezza. Una teoria per spiegare in che modo le cose negative possano aiutarci ad apprezzare adeguatamente quelle positive. Spero con tutto il cuore che alla fine sia davvero così; confido che, dopo questo lungo periodo di buio, finalmente arriverà la luce a rischiarare le nostre vite. Coraggio allora!

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